C'è
un cantante che ha “colpito” le mie corde musicali già da
ragazzina e, ancora adesso che ragazzina non sono più, continuo a seguirlo e lui, grazie alla sua musica e anche al suo viso da eterno ragazzo, riesce a farmi sentire sempre una fanciulla in erba....Paul
Weller
Che
bei tempi signore!!! I meravigliosi, indimenticabili anni 80! Sarà che per me, e credo anche per molte di
voi, quegli anni lì sono stati i più belli, quando tutto
sembrava un tantinello eccessivo, un po trash, parecchio "truzzo" e la musica spesso non
era da meno. Un' epoca in cui eravamo in pieno sturbo adolescenziale e gli ormoni di molte "sfitinzie", me compresa, erano in sommossa per gruppi come Duran Duran o Spandau Ballet,
anni in cui vestivamo in modo terribile e guardare quelle foto lì oggi, ogni volta, è un trauma le cui conseguenze, io personalmente, me le porto dietro per una mesata buona, insieme a tanta tanta vergogna.
Ma in mezzo a tanta truzzaggine il mio animo elegante e raffinato (modestamente!) mi spingeva a notare questo gruppo e le sue sonorità, mi faceva innamorare della musica degli Style Council, un pò di classe in quel mare di tamarraggine.
I loro vinili li conservo ancora e ogni volta che ne mettevo su uno
immaginavo di stare a Parigi con un uomo bello e affascinante. Perché molte loro canzoni riportano davvero alle atmosfere
parigine anche se, di certo, il loro repertorio non si fermava lì. Paul Weller era ed è noto per la sua “volubilità” musicale, ama cambiare, sperimentare e non si è mai fermato ad un solo genere e ad
un solo stile. Ed è per questo che non ti annoiavi mai ascoltandolo, non sapevi mai cosa avrebbe tirato fuori dal suo cilindro magico.
La
carriera degli Style Council inizia nel 1983. IL primo album si chiamava "Introducing The Style Council",
album che però non arriva a tutti, compresa me. Sarà forse perché nell'album ancora c'erano quelle
atmosfere "Jammiane" che poco mi conquistavano. E' col successivo
album Cafè Bleu che il mio amore esplode in modo convinto. E non solo il mio...
Del
resto, essendo io notoriamente una romanticona (e non è una battuta!), non potevo non rimanere estasiata
all'ascolto di “You're The Best Thing” e ogni volta che la
ascoltavo immaginavo l'uomo bello e affascinante che mi portava a Parigi e che, lì, proprio sotto la Torre Eiffel, mi diceva “sei la cosa migliore”.
Provare per
credere, questo pezzo è meraviglioso....
Ma
non era certo l'unico capolavoro dell'album. Se vogliamo davvero
trasferirci con la nostra immaginazione a Parigi, sederci in qualche
night club parigino e, perché no, sorseggiare il nostro drink in un atmosfera magica, non possiamo non
ascoltare Paris Match, canzone cantata da Tracey Thorn, ovvero la a cantante
degli Everything but the Girl. Chiudete gli occhi, si vola a Paris...
Se
c'è una cosa che adoro è il suono del pianoforte, e loro, gli Style Council, grazie al pianista e tastierista Mick Talbot, creano atmosfere infinitamente raffinate e sensuali! Un esempio è sicuramente My Every Changing Moods, un'altra
delle mie preferite, una di quelle che io scelgo se
voglio sognare un pò...
Ho sempre sostenuto che la mia droga è la musica perché mi aiuta a
venire fuori dal tunnel delle tristezze, delle preoccupazioni, mi
manda in estasi meglio di ogni altra sostanza stupefacente...e
mettendo su questa chiudo gli occhi e il viaggio è garantito The
Whole Point Of No Return
L'album successivo è ancora una volta motivo di conferme per me, ormai ne ero certa, li amavo e punto. Our
Favorite Shop,
vede la presenza anche della corista Dee C. Lee, che Paul Weller
sposerà nel 1986. Anche questo album ha un buon riscontro e quindi
conferma, non solo il mio, ma anche l'amore del pubblico tutto.
Fin'ora
mi sono soffermata su pezzi soft e delicati ma gli Style
Council erano anche energia e ritmo come in Walls Come Tumbling Down
Nell'album
spiccano successi indimenticabili e indimenticati come Shout The Top
e
altre ballate "stupefacenti" come Boy Who Cried Wolf
Da segnalare anche Have You Ever Had It Blue, colonna sonora di "Absolute Beginners", film-musical di Julien Temple. Un pezzo che fa molto "Matt Bianco", tanto per ricordare un altro gruppo che negli anni 80 andava forte.
Nel
1987 esce The
Cost Of Loving.
Di questo album sicuramente ricorderete It Did'nt Matter, canzone dal ritmo
ipnotico, di quelle che non puoi non accompagnare muovendo qualcosa
del tuo corpo.....
Come
spesso accade nel mondo della musica, proprio quando sembrano essere
arrivati al top del successo, quando sono nella fase più piena della loro carriera
qualcosa si inceppa. Nel 1988 esce Confessions
Of A Pop Group
Un disco in cui vengono fuori tutte le loro doti
perfezionate negli anni, dove la maturità artistica di Weller è al massimo. Un disco ancora più raffinato, con pezzi eleganti e arrangiamenti
orchestrali, come quelli della lunga ma molto suggestiva, The
Gardener Of Eden.
Nonostante
Paul Weller fosse nel suo pieno fulgore artistico l'album non vende
come sperato e non arriva dove si credeva sarebbe arrivato.
L'anno
successivo un'altra delusione quando la Polydor respinge la
pubblicazione di "Modernism - A New Decade", il nuovo
lavoro della band, all'insegna stavolta di suoni house e club music.
Lo scioglimento degli Style Council è inevitabile.
Terminata l'esperienza con gli Style Council, però, Paul Weller non molla la presa e dà inizio, nel 1992, alla sua carriera solista, pubblicando diversi album dai riflessi beat, attraverso i quali diviene uno dei principali precursori del successivo Britpop, dominato da Oasis, Blur e compagnia cantante, ma non disdegna, per fortuna aggiungo io, neanche la strada dell'acid jazz e del soul.
Tutto questo bagaglio musicale Weller continua a portarselo dietro e ad ampliarlo anche da solo. Due album tra tutti rappresentano il suo successo da solista: Wild Wood del 1994
e Stanley
Road (dal
nome della via dove era cresciuto) del 1995, che rimarrà nella top
ten inglese per circa un anno, sfornando una lunga serie di goduriosi singoli.
All'inizio
mi rifiutavo di pensare a Weller senza gli Style Council, non mi
fidavo, temevo l'ennesima virata verso chissà qualche genere che poco mi
sarebbe piaciuto. Invece Weller, anche da solo, mi ha
straconquistata a partire dall'ipnotica Wild Wood e ancora Broken
Stones, oppure l'altra perla, You Do Something To Me
e il brividone
Della
sua carriera da solista ricordo anche Studio 150, un album di cover in
cui c'è una cover di Wishing on a star veramente notevole, ascoltare per credere...
Sposato
due volte, Paul Weller subisce evidentemente il fascino delle coriste, la prima, Dee C. Lee ,
cantante degli Style Council,
dal 1987 al 1998, con cui ha avuto due figli.
Poi, nel 2010, ha sposato
Hanna Andrews, una corista dell'album 22 Dreams,
uno degli ultimi da solista, e hanno due figli: John Paul e Bowie.
Durante
il suo percorso solista Paul Weller sembra più volte arrivare al capolinea, in più di un'occasione da l'impressione di essere arrivato alla fine della sua carriera, qualche album
convince meno, ma subito dopo ne tira fuori un altro che conquista
tutti. Dopo ogni caduta, si rialza sempre, spiazzando ogni previsione
funesta. E come i gatti, sette vite, o forse più, lui ha resistito
agli anni e alle mode e a tantissimi altri musicisti più o meno
meteore, musicalmente meglio "inquadrati" di lui. Alla faccia di quelli che lo
considerano una specie di ibrido, lui non ha mai
rinunciato alla sperimentazione e ai cambi di stile, continuando
dritto per la sua strada, superando ostacoli e miscredenze. Un uomo
che ha da insegnare a milioni di “pop star” cosa vuol dire essere
un vero artista.
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