Oggi,
chiacchierando con un’amica a telefono, è venuto fuori l’argomento
perdono, così, tra un "hai visto che bella giornata?" e un
"cosa hai cucinato?". Della serie le regine dei voli
pindarici.
Perdono, una parola difficile anche solo da pronunciare,
figuriamoci se può esser semplice dare un’opinione netta e
precisa, ipotizzando situazioni ben lungi dal divenire (almeno si
spera). Un termine che ha un bel suono, si, ma che comprende tutta
una vastissima gamma di azioni e riflessioni non facili e, spesso,
delle conseguenti decisioni complicatissime e dolorose, soprattutto
se devi perdonare un tradimento. Perché saper perdonare non è
affatto semplice e non è neanche sempre giusto. Ci sono delle
situazioni che non meritano assoluzione alcuna e ce ne sono altre in
cui il perdono può essere invece un grande gesto d’amore e
altruismo, a volte può salvare un rapporto di coppia importante.
Altre volte, laddove regnino sentimenti sinceri e duraturi e,
soprattutto, dove c'è reale pentimento da parte del fedifrago,
accompagnato da serio è convinto intento di non recidivare, laddove
ci siano anche dei figli, forse perdonare è un dovere, oltre che un
gesto d’amore? Difficile schierarsi, praticamente impossibile
ipotizzare certezze, in un senso o in un altro, perché, finché non
ti ci trovi, non puoi avere la sicurezza di quella che potrebbe
essere la tua reazione di fronte ad una colpa che ti ferisce, ti fa
male e ti umilia. Potresti trasformarti in psycho oppure diventare
un'umile servitrice pronta a far finta di non aver visto/sentito,
pronta a perdonare tutto, tra uno sventolamento è un chicco d'uva al
padrone!
Ma una via di mezzo no? Parlandone con la mia amica, (che
chiamerò "Ratio", perché è la parte razionale di me che
sono tutta "Isti...nto"), sviscerando bene ogni aspetto della
vicenda, (ebbene si, io e Ratio a telefono facciamo dei talk di ore,
con dibattiti talmente accesi da far dura concorrenza a Porta a
Porta), è venuto fuori che il perdono può essere anche un gesto di
debolezza e di egoismo, che non sempre questa parola ha un’accezione
positiva ed encomiabile. Perché, se è vero che saper perdonare è
un grande gesto d’amore che ci viene insegnato anche nella bibbia,
è anche vero che bisogna capire se colui che deve essere perdonato
merita un qualche tipo di considerazione e di rispetto perché
analizzando bene le sue colpe e le varie attenuanti può risultare
che perdonarlo significherebbe legittimare altri futuri “errori”,
oltre che restare impantanate con un uomo che non merita la nostra
fiducia e che, probabilmente, ci terremmo solo per paura della
solitudine, mentre lui continuerebbe a tradire la nostra fiducia. E’
naturale che se stai con Vallanzasca che ti giura di esser pentito e
tu, donna, lo perdoni, vuol dire che sei più ingenua di Candy Candy
e più disperata di Eva Longoria. Io dico che se stai con un uomo
sincero e di sani principi, in quel caso, forse, e dico forse, se ne
può parlare. Almeno il beneficio del dubbio colui che non ha mai
peccato, che ha una fedina penale più pulita di Dolce Remì (giusto
per restare in tema cartoon) forse lo merita. Poi bisogna anche
vedere come si sono svolti i fatti, come abbiamo scoperto il
fattaccio, dobbiamo analizzare la scena del “crimine”, capire
come sono andate le cose, bisogna stabilire colpe e attenuanti,
considerare eventuali patteggiamenti, cercare di capire se davvero il
reo confesso è pentito, insomma dobbiamo trasformarci nell’alter
ego della Boccassini (con intenti punitivi degni del suo nome), ma
alla fine, se lui non ha mai fatto festini e non è mai stato incline
ai bunga bunga, forse merita almeno la possibilità di essere
ascoltato. Certo, dobbiamo anche analizzare noi stesse e capire cosa
vogliamo davvero e fino a che punto teniamo a quella storia. La mia
amica Ratio dice che non ce la farebbe mai a perdonare perché
perderebbe la fiducia in quella persona per sempre, non riuscirebbe
più a guardarlo negli occhi. Ed effettivamente come discorso non fa
una piega e fino a qualche anno fa la pensavo esattamente come lei.
Oggi, invece, lo confesso, il mio pensiero non è più così
categorico. Ora che ho accanto una persona meravigliosa non nego che
quantomeno ci penserei su. Mi baso sulla sua integrità, la sua
lealtà, i suoi principi, la sua onestà, come uomo e come compagno.
Conosco il suo grande cuore e il suo animo pulito e so che merita la
mia fiducia più totale….ma poi penso anche che, forse, proprio per
questa fiducia assoluta che ripongo in lui, la delusione sarebbe
ancora maggiore…non lo so, mi incarto da sola nei miei
ragionamenti, ma so che ci penserei duemila volte prima di voltargli
le spalle, soprattutto se fosse lui a confessarmelo, se si mostrasse
davvero pentito, se vedessi enormi sforzi per farsi perdonare e per
riconquistare la mia fiducia, insomma se mi dimostrasse che i suoi
sentimenti per me sono veri e che quello che è successo non ha
cambiato ciò che sono per lui.
E’ un pensiero questo che non ho
mai fatto prima con gli altri uomini che ho incontrato nella mia
vita, evidentemente nessun uomo era da me ritenuto degno anche solo
di un ipotetico perdono. Ora, lo ammetto, mi sono cambiati un po’
di punti di vista. Ovvio che stiamo parlando di un errore sporadico,
non certo di una storia parallela, cosa che resta assolutamente
imperdonabile e anche sintomatica di un amore che non c’è più,
almeno da parte del fedifrago. Il perdono in quel caso è solo segno
di debolezza, di paura, quella maledetta e patetica paura che
costringe la tradita (o il tradito) a restare con quell'uomo/donna
che ama solo se stesso (forse). Non sarebbe comunque facile tornare a
fidarsi di colui che, all’improvviso, diventa un estraneo, una
persona che non hai mai davvero conosciuto. Perché, più che l’atto
sessuale in se, quello che mi ferirebbe di più è l’aver tradito
la mia fiducia, l’avermi fatto qualcosa dietro le spalle. Questo
farebbe male, tanto! Alla fine l’unica conclusione alla quale
siamo giunte a fine dibattito è che perdonare è una delle cose più
complicate, ma io, ad oggi, mi sento di dire che se lui ne vale la
pena, è una fatica che può essere almeno considerata, sempre che ci
si riesca. Fermo restando che sarebbe meglio prevenire che piangere
poi sul latte versato, cercando di salvaguardare un amore laddove
esista e soprattutto laddove esista rispetto e stima reciproca. Spero
quindi di non dovermi trovare un giorno a dover prendere di queste
decisioni, ma sono pronta a scommettere su di lui, con tutta me
stessa, partendo, comunque, dalla premessa fondamentale che sbagliare
è umano e che nessuno è perfetto. Voi donne che ne pensate?
Riuscireste a perdonare un tradimento? Ci sono dei casi in cui il
perdono può essere considerato? Esistono delle attenuanti che
possono quantomeno ridurre la pena?
"Mi dispiace di averti ferito,
E' qualcosa con cui devo convivere ogni
giorno,
E tutte quelle pene che ti ho inflitto,
Spero di essere
in grado di portarle via tutte,
E di essere il solo a raccogliere
tutte le tue lacrime”
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