lunedì 29 dicembre 2014

L'ARTE DEL PERDONO


Oggi, chiacchierando con un’amica a telefono, è venuto fuori l’argomento perdono, così, tra un "hai visto che bella giornata?" e un "cosa hai cucinato?". Della serie le regine dei voli pindarici. 

Perdono, una parola difficile anche solo da pronunciare, figuriamoci se può esser semplice dare un’opinione netta e precisa, ipotizzando situazioni ben lungi dal divenire (almeno si spera). Un termine che ha un bel suono, si, ma che comprende tutta una vastissima gamma di azioni e riflessioni non facili e, spesso, delle conseguenti decisioni complicatissime e dolorose, soprattutto se devi perdonare un tradimento. Perché saper perdonare non è affatto semplice e non è neanche sempre giusto. Ci sono delle situazioni che non meritano assoluzione alcuna e ce ne sono altre in cui il perdono può essere invece un grande gesto d’amore e altruismo, a volte può salvare un rapporto di coppia importante. Altre volte, laddove regnino sentimenti sinceri e duraturi e, soprattutto, dove c'è reale pentimento da parte del fedifrago, accompagnato da serio è convinto intento di non recidivare, laddove ci siano anche dei figli, forse perdonare è un dovere, oltre che un gesto d’amore? Difficile schierarsi, praticamente impossibile ipotizzare certezze, in un senso o in un altro, perché, finché non ti ci trovi, non puoi avere la sicurezza di quella che potrebbe essere la tua reazione di fronte ad una colpa che ti ferisce, ti fa male e ti umilia. Potresti trasformarti in psycho oppure diventare un'umile servitrice pronta a far finta di non aver visto/sentito, pronta a perdonare tutto, tra uno sventolamento è un chicco d'uva al padrone! 


Ma una via di mezzo no? Parlandone con la mia amica, (che chiamerò "Ratio", perché è la parte razionale di me che sono tutta "Isti...nto"), sviscerando bene ogni aspetto della vicenda, (ebbene si, io e Ratio a telefono facciamo dei talk di ore, con dibattiti talmente accesi da far dura concorrenza a Porta a Porta), è venuto fuori che il perdono può essere anche un gesto di debolezza e di egoismo, che non sempre questa parola ha un’accezione positiva ed encomiabile. Perché, se è vero che saper perdonare è un grande gesto d’amore che ci viene insegnato anche nella bibbia, è anche vero che bisogna capire se colui che deve essere perdonato merita un qualche tipo di considerazione e di rispetto perché analizzando bene le sue colpe e le varie attenuanti può risultare che perdonarlo significherebbe legittimare altri futuri “errori”, oltre che restare impantanate con un uomo che non merita la nostra fiducia e che, probabilmente, ci terremmo solo per paura della solitudine, mentre lui continuerebbe a tradire la nostra fiducia. E’ naturale che se stai con Vallanzasca che ti giura di esser pentito e tu, donna, lo perdoni, vuol dire che sei più ingenua di Candy Candy e più disperata di Eva Longoria. Io dico che se stai con un uomo sincero e di sani principi, in quel caso, forse, e dico forse, se ne può parlare. Almeno il beneficio del dubbio colui che non ha mai peccato, che ha una fedina penale più pulita di Dolce Remì (giusto per restare in tema cartoon) forse lo merita. Poi bisogna anche vedere come si sono svolti i fatti, come abbiamo scoperto il fattaccio, dobbiamo analizzare la scena del “crimine”, capire come sono andate le cose, bisogna stabilire colpe e attenuanti, considerare eventuali patteggiamenti, cercare di capire se davvero il reo confesso è pentito, insomma dobbiamo trasformarci nell’alter ego della Boccassini (con intenti punitivi degni del suo nome), ma alla fine, se lui non ha mai fatto festini e non è mai stato incline ai bunga bunga, forse merita almeno la possibilità di essere ascoltato. Certo, dobbiamo anche analizzare noi stesse e capire cosa vogliamo davvero e fino a che punto teniamo a quella storia. La mia amica Ratio dice che non ce la farebbe mai a perdonare perché perderebbe la fiducia in quella persona per sempre, non riuscirebbe più a guardarlo negli occhi. Ed effettivamente come discorso non fa una piega e fino a qualche anno fa la pensavo esattamente come lei. Oggi, invece, lo confesso, il mio pensiero non è più così categorico. Ora che ho accanto una persona meravigliosa non nego che quantomeno ci penserei su. Mi baso sulla sua integrità, la sua lealtà, i suoi principi, la sua onestà, come uomo e come compagno. Conosco il suo grande cuore e il suo animo pulito e so che merita la mia fiducia più totale….ma poi penso anche che, forse, proprio per questa fiducia assoluta che ripongo in lui, la delusione sarebbe ancora maggiore…non lo so, mi incarto da sola nei miei ragionamenti, ma so che ci penserei duemila volte prima di voltargli le spalle, soprattutto se fosse lui a confessarmelo, se si mostrasse davvero pentito, se vedessi enormi sforzi per farsi perdonare e per riconquistare la mia fiducia, insomma se mi dimostrasse che i suoi sentimenti per me sono veri e che quello che è successo non ha cambiato ciò che sono per lui. 


E’ un pensiero questo che non ho mai fatto prima con gli altri uomini che ho incontrato nella mia vita, evidentemente nessun uomo era da me ritenuto degno anche solo di un ipotetico perdono. Ora, lo ammetto, mi sono cambiati un po’ di punti di vista. Ovvio che stiamo parlando di un errore sporadico, non certo di una storia parallela, cosa che resta assolutamente imperdonabile e anche sintomatica di un amore che non c’è più, almeno da parte del fedifrago. Il perdono in quel caso è solo segno di debolezza, di paura, quella maledetta e patetica paura che costringe la tradita (o il tradito) a restare con quell'uomo/donna che ama solo se stesso (forse). Non sarebbe comunque facile tornare a fidarsi di colui che, all’improvviso, diventa un estraneo, una persona che non hai mai davvero conosciuto. Perché, più che l’atto sessuale in se, quello che mi ferirebbe di più è l’aver tradito la mia fiducia, l’avermi fatto qualcosa dietro le spalle. Questo farebbe male, tanto! Alla fine l’unica conclusione alla quale siamo giunte a fine dibattito è che perdonare è una delle cose più complicate, ma io, ad oggi, mi sento di dire che se lui ne vale la pena, è una fatica che può essere almeno considerata, sempre che ci si riesca. Fermo restando che sarebbe meglio prevenire che piangere poi sul latte versato, cercando di salvaguardare un amore laddove esista e soprattutto laddove esista rispetto e stima reciproca. Spero quindi di non dovermi trovare un giorno a dover prendere di queste decisioni, ma sono pronta a scommettere su di lui, con tutta me stessa, partendo, comunque, dalla premessa fondamentale che sbagliare è umano e che nessuno è perfetto. Voi donne che ne pensate? Riuscireste a perdonare un tradimento? Ci sono dei casi in cui il perdono può essere considerato? Esistono delle attenuanti che possono quantomeno ridurre la pena?

"Mi dispiace di averti ferito,
E' qualcosa con cui devo convivere ogni giorno,
E tutte quelle pene che ti ho inflitto,
Spero di essere in grado di portarle via tutte,
E di essere il solo a raccogliere tutte le tue lacrime”

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