Il 2 aprile 1939 a Washington nasce un uomo che di emozioni me ne ha regalate a palate e credo di non esser sola. Tale Marvin Pentz Gay Jr, re del soul e dell’r’n’b.
Adoro il suo modo di cantare, il suo indimenticabile falsetto, il suo stile così sofisticato e di classe. Il successo per lui arriva tra gli anni 60 e 70, quando Marvin Gaye (aggiunse una e finale al suo cognome per evitare facili illazioni), viene preso sotto l’ala protettrice della famosissima casa discografica Motown, la stessa che ha lanciato altri mostri sacri dell'r&b e del soul, creata da Berry Gordy.
Tra i primi successi di Marvin Gaye non si dimentica "How Sweet It Is (To Be Loved by You)", che io adoro, anche nella versione di James Taylor. Canzone che, ascoltata al mattino, ti fa partire la giornata con lo spirito giusto. Classica canzone da canticchiare e fischiettare sotto la doccia.
Un altro dei suoi capolavori, tra i più "coverizzati" è "I Heard It Through the Grapevine". Questa è la memorabile versione del Montreaux jazz festival degli anni 80 che è rimasta una delle sue più forti (non arrendetevi per l’introduzione lunga, aspettate, ne vale veramente la pena).
Marvin non andava granché d’accordo con Barry Gordy, il capo della Motown, perché lui tendeva a “castrare” gli artisti, non dando loro la libertà di scrivere testi, per se o per altri. I cantanti dovevano tenersi nei limiti imposti dalla casa discografica e cantare quello che veniva loro proposto (cosa che accade spesso ancora oggi), per lo più testi d'amore. Più volte, per questa ragione, Marvin si scontrò con Gordy perché voleva essere libero di esprimere ciò che sentiva e la sua tenacia lo portò più volte ad ottenere ciò che, generalmente, non era concesso.
Molto famosi anche i duetti di Marvin Gaye con grandi voci femminili, tra cui quelli storici con Tammi Terrel.
I due erano molto legati, solo professionalmente, a detta loro, anche se c’era qualcuno che alludeva ad un rapporto che andava oltre la musica, ma ci sono sempre quelli pronti a vedere del marcio laddove, magari non c’è. O forse si?! Chi può dirlo... Marvin aveva già sposato Anna, sorella di Berry Gordy. La forza del legame con Tammy Terrell emerse ancora di più quando, durante un concerto in Virginia, lei ebbe un collasso e crollò tra le braccia di Marvin Gaye. Le fu diagnosticato un cancro al cervello e lui entrò in un buco di depressione che gli impedì di continuare a godersi il successo. Quando, nel 1970 Tummy Terrell morì, Marvin fu devastato dal dolore, al punto di pensare di lasciare la musica.Fortunatamente il potere della musica, anche in questo caso, fu più forte e non lo fece, anzi, pubblicò "What's Going On" che, nonostante le titubanze del boss della Motown che aveva le solite perplessità sui testi, fu un successo assoluto e, ad oggi, è sicuramente l'album più rappresentativo di Marvin Gaye.
I testi erano più spirituali, ma poi torna anche la sensualità con la meravigliosa "Let's Get It On". Se un uomo mi cantasse una roba così non gli resisterei!
Il matrimonio con Anna, nel frattempo era agli sgoccioli e finì definitivamente quando lui si innamorò di Janis Hunter (di diciassette anni più giovane di lui). Anche Marvin Gaye, dunque, come molti maschietti, ad un certo punto si lascia abbindolare dalle lusinghe della giovinezza che tanto bene fa all'ego maschile. La sua nuova fiamma aveva diciassette anni, era la figlia dell'icona jazz Slim Gaillard. Per una strana coincidenza, così come Anna era più grande di Marvin di 17 anni, Janis era più giovane di lui, sempre di 17 anni. Un numero da giocare! Successivamente, purtroppo, complice qualche album non all’altezza dei precedenti e qualche guaio fiscale, Marvin, già rialzatosi una volta, miracolosamente, dalla depressione dopo la morte di Tummy Terrel, cadde nell'altra trappola, la solita, quella della tossicodipendenza. Forse questi grandi artisti, dopo aver assaggiato il successo, la ricchezza, gli agi, dopo aver provato un certo tipo di vita, di fronte anche solo all’idea di perdere tutto ciò, cadono in un baratro di paure e insicurezze dal quale non riescono ad uscire ed entrano cosi anche nel tunnel della droga. Forse il successo rende più deboli? Forse dopo aver provato il gusto di un tipo di vita e dopo aver assaporato il successo è poi difficile “fare la bocca” a qualcosa di diverso? A giudicare da quante similitudini ci sono tra le storie di questi grandi artisti, sono portata a pensare che, in parte, sia così.Riuscì, comunque, nel 1983, a riconquistare un buon successo di vendite con l’album “Midnight Love”, nel quale era inserita la famosissima “Sexual Healing”.
La depressione, però, era ormai andata troppo avanti e, nonostante la rimonta, non riuscì, questa volta, a superare la crisi. Si ritirò a vivere a casa dei genitori e quella fu la scelta più sbagliata che potesse fare, un passo falso che risulterà essere letale perché è proprio a casa dei genitori che troverà la morte, a soli 45 anni, per mano del padre, Marvin Gaye Senior, un personaggio che molti descrivevano come autoritario, strano, competitivo e invidioso del successo del figlio. Un padre invidioso del figlio?!!! Ma un genitore non dovrebbe gioire dei successi e delle conquiste del figlio? Non dovrebbe condividere le sue gioie e le sue soddisfazioni? Non dovrebbe volere la sua felicità più totale? Evidentemente non tutti e non sempre. Così, durante una lite furibonda il padre sparò due colpi di pistola dritti in petto al figlio che morì, di li a poco.
Qualcuno racconta che Marvin Gaye aveva il presentimento che qualcuno lo volesse uccidere e che per questo girava spesso con il giubbotto antiproiettile. Qualcun altro ipotizza che fu lui stesso a provocare la reazione del padre, aggredendolo e, conoscendo il temperamento del padre, sapeva bene come lui avrebbe potuto reagire. Forse era quello che voleva, forse no. Fatto sta che quel maledetto 1 aprile del 1984 la musica soul perde un gioiello prezioso, una voce e un talento che resteranno leggenda, come accade spesso per le vite di grandi artisti spezzate troppo presto, in questo caso in un modo davvero inaccettabile. Colui che gli aveva dato la vita gliela toglieva e questa storia lascia un bel pò di amaro in bocca. Restano le sue canzoni, la sua voce, il suo ricordo in musica, ma anche l'amarezza per non averne potuto ancora godere!
Adoro il suo modo di cantare, il suo indimenticabile falsetto, il suo stile così sofisticato e di classe. Il successo per lui arriva tra gli anni 60 e 70, quando Marvin Gaye (aggiunse una e finale al suo cognome per evitare facili illazioni), viene preso sotto l’ala protettrice della famosissima casa discografica Motown, la stessa che ha lanciato altri mostri sacri dell'r&b e del soul, creata da Berry Gordy.
Ciao, complimenti per il tuo blog! Amo il soul e sono felice di leggere di una donna che ne è innamorata come me! Mi piace ;) Grande Ladyrock, grande Marvin Gaye!
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